VERGOGNOSO : IL SINDACO DI CASTRIGNANO FRANCESCO PETRACCA NON SI SMENTISCE

May 08, 2025

VERGOGNOSO : IL SINDACO DI CASTRIGNANO FRANCESCO PETRACCA NON SI SMENTISCE

RELATORE MARCO RENNA:

Nei comuni più piccoli si assiste spesso a un fenomeno singolare: chi ha la fortuna di poter contare su un ampio seguito familiare, una vera e propria 'razza' di cento persone, ha di fatto la strada spianata per una carriera politica locale a vita. L'appartenenza e il legame di parentela diventano un lasciapassare automatico per la carica di consigliere, indipendentemente dalle reali capacità e competenze dell'individuo. Non c'è una vera valutazione del merito, si vota per vincolo di sangue.

Al contrario, l'allargamento del bacino elettorale, come è avvenuto nel mio comune – dove famiglie storiche, al potere da generazioni, hanno perso la loro egemonia – introduce un elemento di novità. Con una popolazione più ampia, il semplice 'voto di parentela' non basta più. Per ottenere consensi, un candidato deve conquistare la stima dei cittadini, dimostrando valore e capacità al di là dei legami familiari. La fusione, in questo senso, può portare a un innalzamento del livello della rappresentanza politica, svincolandola da logiche clientelari e favorendo, potenzialmente, l'emergere di figure più competenti.

INTERVENTO DI DANIELE VITALI:

Assistere all'immobilismo di chi dovrebbe amministrare il proprio territorio, alla loro mancanza di interesse – se non addirittura al tentativo di boicottaggio – verso iniziative come questa, che mirano a definire il futuro della nostra comunità, suscita in me una domanda fondamentale: queste persone sono davvero idonee a fare politica e a rappresentare i cittadini? La mia risposta, senza mezzi termini, è no.

Possiamo continuare a concentrarci sulla gestione dell'ordinario, certo: tappare le buche, riparare i lampioni, tagliare l'erba. Azioni importanti, indubbiamente. Ma se ci preoccupiamo solo di avere strade perfette in paesi che si svuotano, qual è il senso? Forse dovremmo concentrarci su come riempire quelle strade, anche se con qualche buca.

La scarsa partecipazione della classe politica locale a dibattiti cruciali come questo mi porta a una riflessione amara: il tanto sbandierato campanilismo, a mio avviso, è solo un alibi. Non è un genuino attaccamento alle tradizioni locali, ma piuttosto la paura, quasi feudale, di perdere la propria 'seggiolina', una posizione che, nei nostri piccoli comuni depauperati, ha ormai ben poco di significativo.

Diciamocelo chiaramente: le vere occasioni per fare politica, quella con la 'P' maiuscola – fatta di visione, di prospettiva, di un pizzico di azzardo – sono rare nei nostri contesti. Troppo spesso, l'amministratore locale si trasforma in psicologo, operaio, barista o semplice amico, ma raramente in un vero politico. Eppure, i numeri parlano chiaro, il futuro ci presenta scenari drammatici, e abbiamo tutti gli strumenti per comprendere la necessità di un cambiamento. Di fronte a questa evidenza, l'assenza quasi totale della politica locale da questo dibattito non è campanilismo, non è disinteresse: è, temo, una drammatica forma di ignoranza.

All’iniziativa, moderata dal giornalista Marco Renna e trasmessa in streaming , sono stati invitati:

Dalle parole di Vitali emerge una forte e inequivocabile critica alla responsabilità dei sindaci assenti. Le sue deduzioni sono pesanti e dirette:

• Mancanza di idoneità politica: Vitali mette in discussione la stessa idoneità di questi sindaci a ricoprire il loro ruolo. La loro assenza di fronte a un tema cruciale per il futuro del territorio viene interpretata come una mancanza di visione, di interesse e, in ultima analisi, di vera vocazione politica. Se non si preoccupano del futuro della comunità, si chiede, come possono rappresentarla adeguatamente?
• Priorità distorte: La loro concentrazione sulla gestione della quotidianità ("tappare le buche, riparare i lampioni, tagliare l'erba") viene vista come una miopia amministrativa, incapace di affrontare le sfide più grandi e strutturali che minacciano il futuro dei loro comuni (come lo spopolamento e la mancanza di attrattività).
• Campanilismo come scusa e alibi: Vitali smonta la retorica del campanilismo come un genuino attaccamento alle tradizioni, definendolo invece una mera "paura feudale" di perdere il proprio piccolo potere ("la seggiolina"). Questa paura del cambiamento e della perdita di autonomia viene vista come un ostacolo egoistico al bene comune.
• Assenza di vera politica: La loro incapacità di partecipare a un dibattito di prospettiva e di visione li declassa da "politici" ad amministratori della contingenza, figure che si limitano a gestire l'esistente senza progettare il futuro.
• Ignoranza colpevole: L'assenza di fronte all'evidenza dei numeri e alla chiarezza delle sfide future non viene interpretata come semplice disinteresse, ma come una vera e propria "drammatica forma di ignoranza". Un'ignoranza che non è solo mancanza di conoscenza, ma anche rifiuto di vedere e di affrontare la realtà. In sintesi, Vitali deduce che i sindaci assenti dimostrano una grave irresponsabilità nei confronti del futuro del loro territorio e dei cittadini che rappresentano. La loro assenza è vista come un sintomo di mancanza di visione, di coraggio politico e di un autentico senso di responsabilità verso la propria comunità. Li dipinge come figure ancorate a logiche di piccolo potere e incapaci di elevarsi a una visione strategica e unitaria per il bene del Capo di Leuca.

TUTTI ASSENTI ALL INCONTRO SULLA FUSIONE DEI COMUNI : TOTALE PERSONE PRESENTI 5

Osvaldo Stendardo Sindaco Alessano
Francesco Petracca Sindaco Castrignano del Capo
Francesco Caracciolo Vice Sindaco Corsano
Gianfranco Melcarne Sindaco Gagliano del Capo
Lorenzo Ricchiuti Sindaco Morciano di Leuca
Gabriele Abaterusso Sindaco Patù
Francesco Villanova Sindaco Salve
Giacomo Cazzato Sindaco Tiggiano
Antonio De Donno Sindaco Tricase


POI SE SONO IO CHE NON CONTO UN CAZ A DIRLO INSISTINTEMENTE SULLA INADEGUATEZZA DEI POLITICI ODIERNI SONO IL CATTIVO DI TURNO, SI SPENGONO LE LUCI E NON E' SUCCESSO NULLA, PRESTO SI DIMENTICHERA' TUTTO.

L INCONTRO A LEUCA